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Prenditi cura di Te…!

Prenditi cura di Te…!




“Cadere non è un fallimento! Il vero fallimento è rimanere lì dove si è caduti”.

 – Socrate.

Amici, partner e famiglia sono estremamente importanti nella nostra vita, e spesso mettiamo in secondo piano noi stessi. Prendersi cura di sé non vuol dire essere egoisti, al contrario ci aiuta ad affrontare meglio le nostre relazioni sociali e lavorative. Il benessere psicologico è importante quanto quello fisico e le due componenti sono strettamente collegate, tanto da influenzarsi reciprocamente.

Prendersi cura di sé stessi può essere difficile. È importante riuscire a riconoscere il malessere, per poi avere il CORAGGIO di chiedere aiuto.

A chi chiedere aiuto?

Allo psicologo, il professionista della salute psichica. Il suo percorso di studi gli permette, grazie al colloquio con il cliente, di avere accesso ai contenuti inconsci che gestiscono i nostri comportamenti.

Cosa ci si aspetta dal primo colloquio?

È piuttosto comune e lecito avere dubbi, paure e perplessità circa il primo incontro con lo psicologo. Il primo colloquio è un importante momento di conoscenza e definizione del problema; ha la funzione di accogliere, sostenere e contenere, attraverso l’empatia, l’ascolto attivo e mancanza di giudizio. Lo psicologo non vi dirà mai cosa è giusto o sbagliato, ma vi condurrà sulla strada del cambiamento. Sia ben chiaro: parliamo della vostra strada; un bravo psicologo non consiglia, ma si pone come luce di supporto lungo il vostro percorso.

Possiamo pensare che il significato della parola “Colloquio” sia “parlare con qualcuno per sostenerlo”.  

Compito primario dello psicologo, è aiutare il paziente a circoscrivere le difficoltà che lo hanno portato a chiedere aiuto.

Allora cosa differenzia il colloquio psicologico rispetto al parlare con un amico?  

Prima di tutto, lo psicologo che conduce un colloquio clinico deve offrire uno spazio sicuro per la conversazione. La persona deve potersi sentire completamente libera di parlare, senza mai avere il minimo dubbio rispetto alla riservatezza di quanto emerso con il professionista. Infatti, lo psicologo è tenuto al segreto professionale (art.11 C.D) e dunque a non condividere le informazioni ricevute con altre persone.

Cosa impedisce alle persone di consultare lo psicologo?

Il timore è sicuramente l’emozione principale. Timore di conoscersi, di affidarsi all’altro, del fallimento personale per non essere stati “psichicamente” ed emotivamente autonomi.

A ciò si aggiunge lo stigma, la paura del pregiudizio da parte dell’altro.

Ma lo psicologo è utile solo a chi è mentalmente instabile?

No. Lo psicologo è utile a chiunque affronti dei cambiamenti importanti nella propria vita, come ad esempio un trasferimento; a chi si trova di fronte ad un bivio; agli adolescenti che si trovano a dover far i conti con la propria sessualità e i cambiamenti del corpo; a chi ha avuto un lutto.

Quando il benessere psicologico ne risente, può causare comportamenti disfunzionali che possono non solo incidere sulla salute personale, ma anche sulle relazioni con gli altri.

Chiedere il supporto di un professionista può migliorare la qualità della vita:

Maggior capacità di far fronte agli eventi stressanti; un’immagine positiva di sé; relazioni più sane; migliore produttività e maggiore qualità della vita.

Ciò che ci preme far comprendere alle persone è che avere un primo colloquio con uno psicologo non vuol dire necessariamente intraprendere un percorso psicologico, ma può essere anche un semplice “svuotarsi” dai pesi di tutti i giorni, cercare con occhi obiettivi il lato positivo in tutto ciò che ci appare negativo, comprendere che la nostra unica forza siamo noi stessi e non dobbiamo aggrapparci o nasconderci. Se sentiamo di aver bisogno di aiuto, dobbiamo chiederlo.

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